UTILIZZIAMO GLI ALLOGGI SFITTI PER LE FAMIGLIE COLPITE DAL TERREMOTO

Tra le possibili soluzioni temporanee per la sistemazione delle famiglie delle zone terremotate c’è sicuramente quella dell’utilizzo del patrimonio sfitto presente nei Comuni non colpiti dal sisma più vicini al cratere.
Al fine di incentivare i proprietari di questo patrimonio ad offrire gli alloggi sarebbe auspicabile prevedere l’applicazione della cedolare secca al 10% anche per i contratti transitori stipulati per questo scopo a fronte di un canone di affitto concordato tra le rappresentanze sindacali di proprietari ed inquilini.
Con le norme attuali questa possibilità è esclusa e, nel caso non fosse regolamentato il mercato delle locazioni per questa area, potremmo assistere a fenomeni speculativi come già avvenuto, ad esempio, in occasione del terremoto de L’Aquila. Sul fronte dell’edilizia pubblica bisogna ricordare che, secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture, sono oltre 100 gli alloggi sfitti delle province di Ascoli e Rieti sui quali si stanno effettuando lavori di ripristino finanziati recentemente. Anche questi alloggi, che dovrebbero essere ultimati in tempi brevissimi, possono essere messi a disposizione per l’emergenza.
Già l’Ater di Rieti si è mossa in questo senso mettendo a disposizione i primi 18 alloggi.
Naturalmente nella ricostruzione andranno previste le garanzie di rientro nelle originarie abitazioni dei nuclei familiari in affitto subordinando i contributi ai proprietari di queste abitazioni al ripristino dei contratti di locazione alle condizioni precedenti.
Nei Comuni colpiti dal sisma insistono anche alcune decine di alloggi di edilizia popolare che dovranno rapidamente essere ricostruiti o messi in sicurezza per essere riconsegnati alle famiglie.

Leggi: Sunia, 09/09/2016