Adeguare la propria casa

COSA SIGNIFICA ADEGUARE LA PROPRIA CASA?

Significa avere un’abitazione adeguata alle proprie esigenze, anche quando si è più avanti nell’età e cominciano a manifestarsi le prime fragilità, nel movimento, nella vista, nell’udito, nella memoria.

Significa poter continuare a restare a casa propria anche quando si invecchia, senza dover ricorrere a forme improprie di istituzionalizzazione. Un obiettivo che la nostra Associazione persegue da tempo.

Adeguare il patrimonio abitativo esistente può tradursi in diverse azioni:

– migliorare la propria casa e il proprio edificio, eliminando le principali barriere architettoniche e rendendo più fruibili gli spazi di vita (presenza di dislivelli, porte e portoni troppo stretti, vasca da bagno inaccessibile, mancanza di ascensore nell’edificio, etc.)

– modificare il proprio alloggio, se troppo grande, creando unità abitative autonome e accessibili, da condividere con parenti, amici, personale di assistenza, in cambio di aiuto e

– ristrutturare edifici residenziali (ad es. le vecchie case di riposo) e non residenziali esistenti (edifici dismessi o sotto utilizzati), per realizzare soluzioni residenziali più amichevoli, accessibili anche ad anziani e persone con diverse forme di fragilità, dotate di adeguati servizi.


COME ADEGUARE LA PROPRIA CASA

Per avere un quadro degli interventi essenziali che è possibile realizzare per rendere più sicura la propria casa, suggeriamo di consultare un’ottima guida, promossa dal Centro regionale Ausili Corte Roncati di Bologna Una casa su misura-Domande e risposte per migliorare l’accessibilità domestica, a cura di Devis Trioschi:

http://www.ausilioteca.org/sites/default/files/Una%20Casa%20su%20Misura.pdf

Ulteriori esempi di adeguamento complessivo dell’abitazione si possono trovare nei seguenti articoli pubblicati sulla nostra rivista AeA Informa:

Ivrea, Quartiere Bellavista: un kit per abitare sicuri, di Chiara Casotti e Anna Salza, da AeA Informa n. 2/2014 (pdf)


Di seguito forniamo altre indicazioni di carattere generale, che possono essere d’aiuto per evitare incidenti domestici (da AeA Informa n. 1, 2000).

Bagno

Uno o più maniglioni “tientibene” (realizzati a norma, in grado di reggere persone anche di notevole peso) e posizionati nei posti giusti (in particolare vicino al WC), possono salvare la vita quando si sta per scivolare, così come strisce aderenti di varie forme o un semplice tappetino di gomma sul fondo di vasca e doccia. Quest’ultima è preferibile alla vasca, perché quando si scavalca il bordo si rischia sempre di inciampare: meglio un piatto doccia a livello pavimento, senza gradino. In questo caso, attenzione allo scolo delle acque, che non devono disperdersi per tutto l’ambiente. Per comodità si può inserire un sedile ribaltabile che permetta di lavarsi da seduti, o in alternativa, una semplice sedia di plastica, che può essere rimossa dopo l’uso; l’importante è che ci sia uno spazio utile ad accedervi, anche su sedia a rotelle. Un eventuale termoventilatore “caldobagno” deve essere a prova di spruzzi, altrimenti si rischia il cortocircuito: tra corrente elettrica e acqua, in ogni caso, vanno sempre rispettate le distanze di sicurezza (minimo 60 cm tra prese e rubinetti).

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Adeguamento del bagno a Oulu (Finlandia)
Nel 2000, il Dipartimento di Architettura dell’Università di Oulu, la città di Oulu e la regione di Ylivieska hanno lanciato un progetto comune al fine di trovare nuove soluzioni per l’adeguamento delle abitazioni esistenti in rapporto alle specifiche necessità della terza età. Inizialmente è stata effettuata un’indagine su un campione di 53 persone anziane che vivono autonomamente in edifici residenziali, da cui è scaturita una fase di programmazione per ristrutturare tre complessi residenziali.

Le barriere architettoniche rilevate all’interno degli appartamenti sono rappresentate principalmente dagli spazi molto contenuti degli ingressi, dei bagni, della cucina e dei balconi e dalla presenza di soglie troppo alte nelle porte finestre. La riorganizzazione dei bagni è stata risolta prevedendo alcuni complementi d’arredo “Gaius”, progettati dagli architetti Liisa Sievänen e Kirsti Pesola con il criterio dell’”universal design”, cioè destinati a tutti gli utenti. Fra gli altri elementi, troviamo maniglioni di sostegno con funzione di porta-asciugamani, doccia al posto della vasca, una distribuzione delle attrezzature che necessita di un minore spazio d’ingombro, sia per un uso autonomo che con personale di assistenza. Soluzioni che sono state introdotte come prototipi nell’edilizia “ordinaria” e che pertanto possono essere più facilmente diffuse e reprite sul mercato.

(Il relativo articolo di approfondimento è su AEA Informa N. 5/6 – 2004)


Cucina

Sono preferibili mobili senza spigoli, piani arrotondati, legno naturale, pavimenti antisdrucciolo, colori chiari per far risaltare oggetti e sporgenze. I piani di lavoro devono essere ben illuminati, da sopra o da davanti, mai da dietro le spalle, per non creare coni d’ombra; accanto ai fornelli bisogna avere sempre un piano di lavoro libero, in materiale resistente al calore (es. marmo). In cucina è più facile scivolare: nei punti critici (vicino al lavello per esempio) possono essere applicate strisce antiscivolo, oppure si può stendere sul vecchio pavimento uno strato di linoleum con rilievi antisdrucciolo. Esistono anche cucine “accessibili”, ad operatività semplificata, pensate per coloro che hanno difficoltà di movimento e per garantire la massima sicurezza (ad esempio, per agevolare chi si trova in carrozzella, è bene che il sotto lavello sia libero da mobiletti). La disposizione migliore di elettrodomestici, fornelli e piani d’appoggio è quella in cui piano cottura, lavello e frigorifero formano un “triangolo di lavoro” con lati nè troppo corti nè troppo lunghi, per consentire spostamenti brevi, comodi e sicuri. Attenzione ai pensili troppo alti: esistono versioni motorizzate che consentono di regolarne l’accesso all’altezza desiderata.

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Esempio di ristrutturazione interna di un alloggio prototipo in Vico del Duca a Genova
L’edificio, facente parte del patrimonio immobiliare del Comune di Genova, è collocato nel centro storico genovese e conserva le caratteristiche architettoniche e strutturali tipiche delle costruzioni medievali e rinascimentali, che spesso si tramutano in disagi per chi ci vive, come la presenza di molti piani non serviti da ascensore, gradini con alzate eccessive e diseguali, vani poco illuminati. Le opere di adeguamento proposte dall’amministrazione comunale, hanno puntato dunque a salvaguardare il diritto di poter vivere a casa propria anche se anziani, a partire proprio dalla questione della comodità d’accesso.

La creazione di un vano idoneo all’installazione di un ascensore, che serva i quattro piani, risolve ad esempio il problema dell’accessibilità verticale, integrando la presenza dell’originale corpo scala. Il quinto e ultimo piano, non raggiungibile con ascensore, è invece destinato all’alloggio del custode nonché ai locali caldaia e lavanderia: un valore aggiunto del progetto è infatti dato dalle funzioni di supporto materiale, vigilanza e promozione della socialità che la figura del portiere (meglio se una coppia di titolari) può svolgere.
L’alloggio prototipo è costituito da un ingresso-disimpegno, su cui affacciano cucina-soggiorno, camera da letto, bagno. L’unione di cucina e soggiorno in un unico ambiente, obbligata dalle limitate dimensioni, consente di avere a disposizione in poco spazio tutto ciò che serve per la preparazione e consumazione dei pasti. La forma dei mobili conferisce loro un aspetto domestico, amichevole, piacevole alla vista e al tatto: sono privi di spigoli vivi e dotati di elementi idonei a fornire saldi punti di appoggio; il materiale predominante è il legno per la struttura, mentre i pannelli di tamponamento delle credenze sono rivestiti in tessuto lavabile e ignifugo, disponibile in varie fantasie cromatiche.
L’arredo del bagno è caratterizzato da un maniglione in legno in funzione di portasalviette, integrato in una piastrella-supporto in ceramica. La funzione è assicurata evitando l’aspetto dell’ausilio per la disabilità. Inoltre la doccia e la vasca si fondono in un nuovo elemento, dando vita a una sorta di guscio aperto su un lato, tale da consentire all’utente di poterci entrare senza dover scavalcare le tradizionali paretine laterali. Se dotato di un seggiolino e di uno sportellino frontale di chiusura consente l’utilizzo da seduti. Le ceramiche del pavimento hanno un motivo a rilievo in materiale antiscivolo.
Per rendere la casa ancora più sicura e per agevolare le operazioni di tutti i giorni, tutti gli impianti elettrici sono collocati in una canalina che assume la forma di un corrimano, raccordato e integrato agli elementi di sostegno previsti nei mobili, su cui vengono posti gli interruttori e le prese di alimentazione: in questo modo si evita di chinarsi e si rende il tutto facilmente ispezionabile ed eventualmente modificabile.(Il relativo articolo di approfondimento è su AeA Informa N. 3/4 – 2003; ulteriori informazioni nei volumi: Costanzi C., Gazzola A., A casa propria. Le condizioni abitative degli anziani nel centro storico Genovese, Franco Angeli 2001, e  Casiddu N., Anziani a casa propria. Linea guida per adeguare spazi ed oggetti, Franco Angeli 2004)


Superamento di dislivelli

Entrare e uscire da casa e circolare liberamente all’interno degli spazi abitativi costituisce un’esigenza fondamentale per poter vivere in autonomia e mantenere adeguate relazioni sociali. Spesso è sufficiente anche un solo gradino per rendere impraticabile un semplice spostamento nella/dalla propria abitazione.

Esistono diverse soluzioni che oggi possono aiutare le persone con con fragilità ad eliminare o limitare le barriere verticali che impediscono la piena fruibilità degli spazi.

Di seguito presentiamo un’elaborazione curata da Lucia Sciuto, terapista occupazionale esperta in materia, che sintetizza in modo esaustivo le diverse situazioni e le possibili soluzioni tecniche.

Ausili e nuove tecnologie per il superamento delle barriere verticali, di Lucia Sciuto (documento in ppt)


 

L’inserimento di un ascensore in un edificio esistente: esempi d’intervento

ascensorepineroloNumerosi esempi di interventi di riqualificazione energetica di edifici residenziali esistenti, realizzati soprattutto da enti pubblici nell’ambito di programmi di riqualificazione urbana come I Contratti di Quartiere, prevedono anche l’inserimento di un ascensore, per rendere accessibili anche i piani alti degli immobili.

Si tratta tuttavia di un’opera spesso difficile da realizzare: sia perché comporta una spesa importante, non sempre condivisa da tutti i condomini, sia perché spesso non è tecnicamente possibile raggiungere un adeguato livello di accessibilità diretta a tutte le abitazioni, e a tutti i piani dell’edificio.

Ad esempio, ciò accade quando il primo piano abitabile è situato non a livello dell’androne di accesso all’edificio, ma ad un livello sopraelevato di circa mezza rampa di scale, pari a circa un metro. E’ questo il caso di molti edifici realizzati negli anni 1950-80, prima dell’applicazione della L. 13/1989.

In questi casi, quando non si possa procedere ad una ristrutturazione totale che inserisca l’ascensore all’interno del perimetro dell’edificio, riducendo lo spazio abitativo, la soluzione è quella di collocarlo all’esterno, ma con un collegamento solo all’interpiano: l’accessibilità non è totale ma è facilitata.

Di seguito, presentiamo alcuni esempi di inserimento di ascensori in edifici esistenti attuati negli ultimi anni.

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Pinerolo (TO), CdQ I: inserimento di ascensore esterno in edifici esistenti

Nel recupero di 71 abitazioni pubbliche nell’ambito del Contratto di Quartiere 1 del Comune di Pinerolo, si è provveduto, per migliorare l’accessibilità degli edifici, all’installazione di ascensori esterni, con accesso all’interpiano. La scelta è stata dettata sia dalla necessità di intervenire senza spostare gli utenti all’interno delle loro abitazioni, sia per evitare una eccessiva riduzione della superficie utile delle abitazioni, già molto contenuta.


 

Porte e disimpegni

Gli spazi di comunicazione della casa vanno lasciati liberi da oggetti che ostacolino il passaggio. Sono da evitare assolutamente i cavi elettrici lasciati penzoloni e i mobili malfermi, falsi amici che possono tradire quando si cerca un appoggio. Nel corridoio, soprattutto nel disimpegno che porta al bagno, è sempre utile inserire una luce d’emergenza, per la notte.

Per quanto riguarda l’ingresso, in certi casi non c’è abbastanza spazio per scostarsi di lato aprendo la porta, ad esempio quando si trasportano buste pesanti: spesso basta invertire il senso d’apertura per migliorare la manovrabilità. Una luce subito fuori dalla porta d’ingresso aiuta a inserire più agevolmente la chiave di casa, così come un pavimento antiscivolo davanti alla porta; sono da evitare invece le molle chiudiporta che possono rendere faticosa l’apertura o far richiudere la porta troppo in fretta, e le maniglie tonde con serratura incorporata, difficili da usare: preferibili quelle a leva (rigorosamente con serratura separata), magari con l’aggiunta di un maniglione supplementare che facilita il movimento.

Un secondo spioncino ribassato, infine, è utile per le persone non molto alte. Visto poi che ladri in casa non ne vogliamo, sarebbero da cambiare le vecchie chiavi a doppia mappa (con dentini laterali) con le più moderne serrature a “cilindro europeo” (piatte con tondini in rilievo).

Le porte blindate sono davvero sicure solo se montate a regola d’arte da personale qualificato.Nel caso di porte-finestre verso logge e balconi è meglio adottare una soglia incassata e non sporgente dal pavimento per non ostacolare il passaggio. Particolarmente insidiose sono le porte a vetro: per evitare incidenti domestici è bene montare quelle che non creano schegge taglienti, anche quando vanno in frantumi.

Se anche non ne sentiamo un bisogno prioritario, delle serrande elettriche possono risultare molto comode per chi ha poca forza nelle braccia: per automatizzare apertura e chiusura delle serrande è necessario installare un motorino e sostituire alcune parti interne all’avvolgibile (ad esempio l’albero di legno con uno in metallo), oltre che predisporre un cavo elettrico che giunga fino al cassonetto.


 

Camera da letto

Una piccola luce di sicurezza è quel che serve per non sbattere quando ci si alza in piena notte. Le dimensioni del letto possono essere quelle preferite, ma è meglio sceglierlo lasciando uno spazio utile per girare intorno senza ostacoli. Gli stipiti degli armadi non devono trovarsi troppo in alto (oltre i 170 cm) o in basso (sotto i 50 cm), mentre i cassetti dovrebbero essere a portata di braccio (tra i 60 e i 120 cm da terra), su guide scorrevoli con fermi di fine corsa. Esistono servetti manuali o elettrici che consentono di abbassare senza sforzo la parte superiore degli armadi.